I Cartoni
Dopo l’ideazione dei bozzetti, precedeva la realizzazione delle figurazioni l’elaborazione dei cartoni preparatori, disegnati e chiaroscurati a carboncino, a grandezza naturale. In essi sono palpabili innata predisposizione, studio ed esperienza, visione architettonica dell’insieme compositivo, oltre a sicurezza di segno e chiaroscurale . Impegno non solo tecnico e formale, ma autentica creazione artistica.
Quelli relativi agli anni ’30, di argomento civile e storico, risultano statici nel disegno, ma dinamici e vigorosi nel chiaroscuro, mentre appaiono più morbidi e leggeri nelle scene dal sapore intimo; tutti preannunciano l’espressività della figurazione e assumono un sapore pittorico tanto da poter essere considerati composizione autonoma, sicuramente degna della stessa considerazione che si rivolge al dipinto .
Per monocromatismo e resa formale si presentano austeri nello snodarsi della geometria dei piani e dei volumi; li completa e vivifica l’umanità di una tensione ideale che conferisce sacralità e valore di eternità ai gesti e alle forme, in una essenzialità che è archetipo della nobiltà della vita.
Dopo l’adesione ai moduli plastici e volumetrici novecentisti, contraddistinti dal prevalere di gruppi serrati fortemente chiaroscurati e dalla intensa e solida caratterizzazione dei personaggi, si registra un graduale processo evolutivo. Negli anni successivi al dopoguerra il segno e la modulazione diventano sempre più lirici; il panneggio acquista leggerezza poggiando appena sui corpi e lasciandone intravedere il volume, l’espressione dei volti guadagna in calma naturalezza e grazia. Ne sono esempio quelli della figurazione presso il Ministero delle Economie Agricole ed ancor più quelli realizzati per la Villa Cecilia Pia, il cui disegno e plasmato, prima ancora del dipinto, creano un’atmosfera molle e raffinata. Nei cartoni dell’ultima opera, la figurazione della Cassa di Risparmio di Rieti, l’artista sembra approdare ad una un’incisività di linea e chiaroscuro meno realistica, ma più impulsiva, netta e nervosa che sottolinea un cammino ulteriore ed una sorprendente giovinezza espressiva e “li avvicina alla grafica rinascimentale di Mantegna e Durer”.
- Marisa Gervasi - "Il Messaggero" - ottobre 1982