Comune di Rieti - Olio su tela

1939

Alla fine degli anni Trenta gli fu commissionato il completamento della decorazione della Sala Consiliare, già decorata da Antonino Calcagnadoro. Si trattava di due tondi e di un pannello centrale; i bozzetti ed i cartoni dei primi furono completati con realizzazioni ad olio su tela, mentre l’esecuzione del pannello fu interrotta dalle convulse vicende belliche. In questa parte centrale si intese esaltare il senso civico del popolo sabino rappresentato nella sua generosità eroica, spinta fino al sacrificio della vita. La scena di battaglia si articola in una costruzione di più piani, secondo uno schema architettonico proprio dell’artista in questo periodo, che possiamo ritrovare anche in una composizione per concorso di cui resta solo una foto. Nel bozzetto a tempera , dai toni delicati quasi monocromi, e nel cartone preparatorio i corpi dei soldati, in una espressiva ed incisiva sintesi formale, si slanciano nell’affanno della battaglia e sulle balze scoscese del terreno, in un movimento ascensionale convulso e drammatico che supera ogni schematismo e si avvicina al dinamismo dei bozzetti dell’E’42. Nella composizione ricorre il momento meditativo del soldato morente che ammonisce e stempera l’agitazione della scena.
I Tondi, realizzati con alto livello di tecnica pittorica, sulla scorta di una serie di bozzetti, registrano quella viva intensità e modulazione di colore, a cui la ricerca dell’artista era già pervenuta con le tempere del fregio di Terni. Vi si inseriscono dense e plastiche composizioni riferite a tradizioni storiche sabine.
Più volumetrico ed eloquente quello in cui si narra in una sintesi serrata il Ver Sacrum: un giovane avanza con energia con gli arnesi di lavoro agricolo, protetto da un anziano che, novello Numa, mostra le tavole della legge, sostegno per la civile convivenza . Il lupo simboleggia l’eroismo del popolo.
Meditativo e spirituale l’altro, in cui si raffigura la lotta del bene, un S. Giorgio, contro il male rappresentato dal drago Sullo sfondo la stilizzazione della Città di Dio e S. Francesco con il Cantico delle Creature, emblema della carità che accompagna il gruppo del caduto. L’atmosfera assorta e significativa che avvolge questo dipinto ne alleggerisce il carattere novecentista, mentre il colore assume un valore simbolico: particolarmente espressiva l’interpretazione metallica dell’armatura del soldato e la contorsione cupa del drago. Nei due dipinti torna la presenza emblematica dell’albero isolato in una dimensione metafisica.