Bozzetti

Li chiamava “studi†e tali erano per l’impegno che richiedevano; in essi confluiva la ricchezza delle esperienze che, ogni volta rielaborate, davano l’avvio a più mature e tese soluzioni.
Erano lo sviluppo di intuizioni improvvise presentatesi durante un viaggio in autobus o una riunione poco coinvolgente, annotate con estrema essenzialità e segni nervosi. A carboncino o a tempera, in numerose prove di colore sullo stesso soggetto, svolgevano con vibrazione luministica quelle iniziali idee e impressioni e delineavano composizioni essenziali,ma chiare nel movimento e nelle sommarie campiture, tanto da permettere la scelta finale o anche la sintesi più convincente in vista della realizzazione figurativa.
Queste creative elaborazioni seguono nel tempo l’evolversi degli interessi pittorici dell’artista e ne documentano i vari momenti artistici.
Si impongono con la espressività solida e cromaticamente sobria novecentista che ispirò complessi e numerosi bozzetti, tra cui quelli relativi all’affresco di Palermo, alle figurazioni di Terni e del Palazzo Comunale di Rieti, oltre a studi per opere programmate e poi non realizzate, quali quelle previste in un seconda sala dell’allora Provincia di Rieti e nello Scalone d’onore del Palazzo degli Invalidi di Palermo .
I bozzetti del dopoguerra documentano il ripiegamento lirico ed intimista registrato in quegli anni ed espresso anche nelle prove riferite alle due figurazioni realizzate a Roma.
Tra quelli degli anni ’40 si apprezza per la calda e unitaria delicatezza di toni, la significativa ed equilibrata composizione a pastello per una vetrata nella quadrifora della chiesa di S. Francesco (Rieti), il cui cartone fu distrutto da insipienza. La scansione di simboli, Santi e di scene riferite alle vicende tragiche della guerra ne fanno un’opera di profonda meditazione e di levità espressiva.
Nel tardo dopoguerra tra gli studi dell’artista si distingue per originalità quello elaborato per un concorso per figurazione musiva da realizzare presso la stazione Termini; con scioltezza e gusto compositivo egli sintetizza la storia ed i miti di Roma in una teoria di eleganti , quasi grafici riferimenti simbolici, che si presentano come metafisiche e astratte apparizioni espresse con contrasti di colore di spiccata vivezza. Accompagnano questo periodo le numerose composite esperienze astratte su tema scientifico, che poi ispireranno il riquadro della scienza nella figurazione presso la Cassa di Risparmio e il contenuto del successivo ricco bozzetto a fasce parallele, dai motivi astratti e geometrici, ideato per una composizione da realizzarsi presso la sede della Banca di Sovvenzione (Rieti).
Negli anni ’50 uno studio per vetrata, scandito in piani paralleli , nella semplificazione geometrica della forma e nel cromatismo incisivo, costituisce una prova dalle linee e campiture moderne.
Lo smalto pittorico delle soluzioni degli ultimi due decenni è documentato dai bozzetti rapidi, ma cromaticamente esplicativi, elaborati per le opere pittoriche da realizzarsi nella chiesa Regina Pacis ; si aggiungono ad essi quelli relativi ai mosaici dei monumenti e di qualche cappella, più ricercati nei particolari e negli studi del colore; infine sono rilevanti i numerosi bozzetti, smaltati come miniature, riguardanti la figurazione eseguita presso la Cassa di Risparmio, riassuntiva di una lunga esperienza.
Tra le ultime ideazioni è densa di significati, nell’astratto dinamismo degli elementi compositivi, quella indicata con il titolo di “Cainoâ€, in cui l’artista riassume la storia biblica del male, additando una soluzione positiva nell’impegno dell’intelletto umano e nei valori spirituali: temi ricorrenti che lo spingono a disporre le scene dentro forme geometriche con costruttività creativa e con cromatismo emotivo e simbolico.